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Giulietta

A proposito di questo spettacolo

La scena è un circo, una pista da circo: al centro, Giulietta, in qualche modo inchiodata, come la Winnie dei Giorni felici di Samuel Beckett, come una farfalla raccolta da un entomologo e lì depositata.

E intorno, tutti i suoi fantasmi, gli spiriti.

Da un’idea di Valter Malosti, una riscrittura per il teatro a cura di Vitaliano Trevisan del racconto di Fellini che prelude alla sceneggiatura del celebre Giulietta degli spiriti: una sorta di film semilavorato scritto dal regista riminese curiosamente tutto in soggettiva, come un flusso di coscienza della protagonista. Lo spettacolo ha vinto il Premio Hystrio per la regia.


Note:

Giulietta è una struggente favola psicanalitica, una favola contemporanea dai toni mozartiani sull’identità frammentata, sull’anima, raccontata con un tono vagamente infantile ed inquietante, una moderna Alice attraverso lo specchio, specchio con il quale si apre e si chiude lo spettacolo e il racconto felliniano. Ma Giulietta è anche una lunga e irridente seduta spiritica descritta da chi ci crede, anche, almeno un poco; eco delle frequentazioni di maghi, veggenti e spiritisti scovati da Fellini e Giulietta Masina in quegli anni un po’ in tutta l’Italia. E oltre alla parapsicologia, evidente in questo testo è la sua vicinanza alla psicanalisi: un modo di convivere con i propri fantasmi che Fellini, dopo averlo maturato alla scuola junghiana di Ernest Bernhard, non abbandonò più.”

Valter Malosti

“La donna è meravigliosa. La donna è l’universo. Forse questa è una concezione tantrica. La donna è la parte altrui dell’uomo, ma gli è superiore perché essa nasce adulta, antica…”.

Federico Fellini intervistato da Toni Maraini, 1994

“Ecco, questa ebbrezza, questa emozione, questa esaltazione, questo immediato sentirmi a casa mia, io l’ho provato subito, la prima volta che sono entrato sotto la tenda di un circo; e non era nemmeno l’ora dello spettacolo, con il chiasso della gente che si affolla e la musica che riempie l’aria di fragore assordante; no, era la mattina presto e sotto il tendone dorato che respirava appena, come una grande panciona calda, accogliente, non c’era nessuno. Si sentiva un gran silenzio incantato, di lontano la voce di una donna che cantava sbattendo i panni e solo il nitrito di un cavallo, da qualche parte. Sono rimasto rapito, sospeso, come un astronauta abbandonato sulla luna che ritrova la sua astronave”

Federico Fellini, da Jacqueline Risset, L’incantatore, Libri Scheiwiller 1994

Dati artistici

(dal racconto “Giulietta”– ed. Diogenes Verlag 1989 / il Melangolo, 1994)
di Federico Fellini
adattamento teatrale di Vitaliano Trevisan
da un’idea di Valter Malosti
uno spettacolo di Valter Malosti
con Roberta Caronia

scene Paolo Baroni
luci Francesco Dell’Elba
costume Patrizia Tirino
marionette Gianni Busso
musiche originali Giovanni D’Aquila
progetto sonoro Valter Malost
ricostruzione e rielaborazione del suono Fabio Cinicola
assistente alla regia Alba Manuguerra
altri suoni e altre musiche Nino Rota, Federico Fellini e Fatboy Slim
produzione TPE – Teatro Piemonte Europa

si ringrazia Isttuto per i Beni Marionettistci e il Teatro Popolare
la prima versione dello spettacolo è stata realizzata da Teatro di Dioniso
in collaborazione con Teatro Regio di Torino / Piccolo Regio Laboratorio